Storia di Castelpagano
Castelpagano si trova nella parte settentrionale della provincia di Benevento, al confine col Molise, nel cuore del Sannio, cioè di quel territorio che gli antichi romani chiamavano “Samnium” e che corrispondeva, in epoca romana e preromana, a una immensa selva estesa da SW a NE dall’Irpinia agli attuali “Monti del Sannio” (Baranello, Cercepiccola, San Giuliano, Cercemaggiore) e dal Fortore al Tammaro fino al Biferno e alla costa adriatica.
Situato in una depressione a nord di Monte Freddo (787 m) e a sud della Croce del Cupone (879 m), fra i torrenti Torti e Tammarecchia, il suo territorio presenta caratteristiche paesaggistiche proprie sia dei rilievi della Puglia che dell’Appennino meridionale: estesi boschi di cerri e farnie, residui della selva che si estendeva dal Tammaro al Fortore e all’Irpinia in epoca preromana e romana. I terreni sono di varia natura: argillosa (in località Pagliarello), anidritica (località Baraccone), silico–clastica (località Scarcioni e Nardillo), carbonatica (località Termine Ferrone e Monaci).
Il ritrovamento di due statue bronzee di arte italica fa supporre che fosse abitata già nel V secolo a.C.; è probabile poi che i romani abbiano edificato una torre in un PAGUS preesistente, andata poi distrutta con il terremoto del 369 d.C. Nel Medioevo fu annessa alla contea di Buonalbergo e poi passò a quella di Civitate. Venne affidata successivamente da Carlo I d’Angiò a Rinaldo e Pietro di Claude; quando, nel 1440, gli Angioini furono sconfitti dagli Aragonesi, fu ceduta alla famiglia Del Balzo, sotto il cui dominio rimase per circa tre secoli. Passò poi ai Mormile e ai Coppola di Canzano, che ne ottennero il titolo di duchi. All’inizio del XVI secolo fu sottomessa dagli spagnoli. Raggiunta l’autonomia comunale nel 1807, entrò a far parte nel 1861 della provincia di Benevento. Il toponimo è un composto di “castello” (dal latino CASTRUM, ‘fortezza’), e di PAGANUS, in origine ‘abitante del PAGUS’. Il palazzo ducale, riedificato nel XVIII secolo ma risalente al periodo aragonese, era inizialmente dotato di quattro torri e di un ponte levatoio, ormai perduti. Accanto al palazzo si eleva una colonna in pietra calcarea, la cosiddetta “colonna infame”, destinata un tempo alla fustigazione dei malfattori; è costituita da pezzi lavorati in pietra bianca ovale, poggianti su una piattaforma a tre gradini. Tra gli edifici sacri spiccano la chiesa del Santissimo Salvatore, di stile romanico, quella del Sacro Cuore di Gesù (1638), restaurata di recente, la chiesa seicentesca di San Rocco e quella settecentesca di Sant’Onofrio.
Il suono della Domenica a Castelpagano